martedì 24 febbraio 2009
















Museo ARCA

Allestito negli spazi del complesso monumentale di Santa Maria La Nova ed inaugurato nel dicembre 2006, nasce da un’idea dell’Associazione Oltre il Chiostro che, nell’arco della sua attività, ha avuto occasione di scambio con importanti testimoni dell’arte contemporanea, dai quali ha ricevuto donazioni che le hanno consentito di acquisire varie collezioni. Artisti quali Vincenzo Aulitto, Aviero Bargagli, Annamaria Bova, Robert Carroll, Arturo Casanova, Loredana Cerveglieri, Riccardo Dalisi, Stelio Di Bello, Renato Laffranchi, Christian Leperino, Giorgio Longhin, Francesco Lucrezi, Dino Migliorini, Serena Nono, Rosa Panaro, Vincenzo Dino Patroni, Gianni Pisani, Andrea Pistolesi, Italo Schirra, Mauro Vaccai, Samuele Vanni, Gianfranco De Angelis, Prisco De Vivo, Ali Hassoun, Francesco Lucrezi, Filippo Rossi, Carla Viparelli, Pietro e Rino Volpe, hanno donato alcune loro opere, che hanno trovato stabile collocazione nella sede centrale di piazza Santa Maria La Nova.

L'istituzione del museo A.R.C.A.
Il museo A.R.C.A. viene costituito con l'intento di superare il concetto classico di museo, non solo per il tema delle opere esposte, ma anche per l’idea ad essa sottesa: quella di rendere contemporaneo il contatto con la produzione artistica più recente, tentando di riformulare il senso stesso dell’esperienza estetica, che non può essere oggetto di esclusivi e classici percorsi didattico-didascalici, ma proposta di lettura innovativa. In particolare, si tratta di un percorso di visita dedicato alle testimonianze religiose dell’arte contemporanea dal 1949 ad oggi, che mediante linguaggi diversi comunicano il loro credo e la loro speranza. Nel momento in cui l’arte si trova ad affrontare temi e soggetti spirituali, mostra di saper riflettere sul giusto equilibrio fra materia e spirito, tra necessità di sopravvivere e bisogno di esistere. Le correnti che nel XX secolo hanno decretato una rottura con le tradizioni liberando l’espressività, hanno formato quel patrimonio d’arte contemporanea che è parte del nostro mondo quotidiano, della stessa società in cui viviamo. Ciò non toglie che l’arte contemporanea rappresenti, per certi versi, un mondo a parte, specializzato, difficile da comprendere e verso il quale, talvolta si sviluppa una certa diffidenza. Il ruolo dunque, che si propone di svolgere l’A.R.C.A., è di mediare la relazione che si instaura tra l’opera d’arte ed il visitatore, che, percorrendo l’intera struttura, ha modo di incontrare passato e presente.
Visite guidate:
Dal lunedì al venerdì ore 10.00 - 11.00 - 12.00 - 15.00 - 16.00
Sabato e domenica ore 10.00 - 11.00 - 12.00
Info
Piazza S. Maria la Nova, 44 - 80134 Napoli
tel/fax +39081.552.15.97 - +39081.552.32.98

venerdì 20 febbraio 2009





Un pò di storia...

Carlo I d’Angiò, volendo edificare Castel Nuovo, demolì il complesso cedendo in cambio ai frati, il 10 maggio 1279, il luogo ove si trova l’attuale e chiesa e sul quale sorgeva, a guardia del porto, l’antica torre Maestra. Sulle antiche strutture fu edificato il convento e memoria della primitiva sistemazione sono l’aspetto quasi di cinta muraria che il complesso assume sulla via del Cerriglio con il campanile eretto dove probabilmente era la torre, e con un prospetto percosso da un fregio a toro, aperto solo da poche altissime finestre ed ornato da una semplice statua di S. Antonio da Padova.
Santa Maria la nova sorse in stile gotico, ma non si conosce l’artefice della sua costruzione.
L’edificio nel suo aspetto originario ebbe poco più di tre secoli di vita. Tra le cause che determinarono la demolizione della chiesa angioina vanno ricordati il terremoto del 1456 e quelli del 1538, 1561, 1569 e 1588 ma, in misura maggiore, lo scoppio della polveriera di Castel S. Elmo, colpita da un fulmine il 13 dicembre 1587, che la danneggiò gravemente.
Il rifacimento della Chiesa nel 1596, attribuibile in parte ad Agnolo Franco, fu dovuto anche alle generose offerte dei fedeli seguite, inoltre, da una guarigione miracolosa a favore di un povero storpio dalla nascita, attribuita alla Madonna delle Grazie il 17 agosto 1596. L’attuale facciata della chiesa, a due ordini di cui quella inferiore in piperno a vista, è tipica del genere diffuso a Napoli nel XVI secolo. Essa è preceduta da una scalinata con balaustra marmorea; alla sommità, il portale, affiancato da due colonne di granito, è sormontato da un’edicola, in cui è raffigurata la Vergine, di ignoto scultore della prima metà del ‘600.
Ciò che anzitutto colpisce l’attenzione del visitatore all’ingresso è il soffitto ligneo cassettonato ed intagliato, decorato in oro zecchino, eseguito tra il 1598 ed il 1603.
Tra le 46 tavole di diverse dimensioni incassate nella carpenteria dorata ci sono dipinti del Curia, dell'Imparato, del Santafede, del Corenzio, del Rodriguez e del Malinconico; vera e propria antologia del tardo rinascimentale a Napoli. L' altare maggiore fu realizzato nel 1633 su disegno di Cosimo Fanzago mentre davanti sul pavimento si trova la lapide sepolcrale di Giovanna la moglie di Ferrante (Ferdinando I) d'Aragona.
Nell'abside i dipinti quattrocenteschi furono restaurati dal Corenzio, molto bello il coro ligneo del 1603. Un crocifisso ligneo della cappella a destra dell'altare maggiore è opera di Giovanni Merliani da Nola. Nel transetto destro notiamo una tavola con un San Michele di Marco Pino da Siena ed ancora un Ecce Homo di legno policromo di Giovanni da Nola, nella cappella seguente una Natività in bassorilievo di Girolamo Santacroce, nella terza e quarta cappella ancora Marco Pino e Giovanni da Nola con una Crocifissione.
Segue la magnifica cappella di S. Giacomo della Marca restaurata nel Cinquecento e nel Seicento. Di Annibale Caccavello segnaliamo due bei sepolcri del 1550, quelli di Odetto di Foix e di Pedro Navarro, mentre gli affreschi della volta sono dello Stanzione. La terza cappella offre i decori barocchi e i connessi marmorei del Fanzago, mentre subito dopo vi sono gli affreschi del Giordano.
Del Complesso Monumentale fanno parte i due chiostri di cui quello più piccolo, ospitante alcuni monumenti sepolcrali provenienti dalla chiesa, è affrescato con episodi della vita di S. Giacomo della Marca, attribuiti tradizionalmente a Simone Papa.
Dal lato del chiostro piccolo si accede agli ambienti della Sagrestia riccamente decorata e dell’Antico Refettorio, abbellito da un affresco del Bramantino: La salita al Calvario.